OPEN STUDIO

GIOVANNI CHIAMENTI​

ore 16-21

Via Bartolomeo Avesani, 14, 37135 Verona VR

Giovanni Chiamenti (Verona, 1992) vive e lavora attualmente tra Verona e Milano. Nel 2012 decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Presso la stessa istituzione ha conseguito il master in Pittura nel 2017. Durante l’anno 2016/17 ha intrapreso il programma di scambio Erasmus+ presso l’Académie Royale des Beaux-Arts de Bruxelles. Chiamenti ha partecipato a mostre nazionali e internazionali tra cui: MAN Museo, Nuoro; Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno; Museo delle Navi Romane di Nemi, Nemi; NARS Foundation, New York; Interspecies Kin, Spazio Volta, Bergamo; Galleria Daniele Agostini, Lugano; Atelier 34zèro Muzeum, Bruxelles; Galeria Fran Reus, Palma di Maiorca; Artemis Gallery, Lisbona; Palazzo Orti Manara, Verona; ArtNoble Gallery, Milano. Inoltre, Chiamenti è vincitore del Combat Prize (2023) e del Premio E.ART.H (2023) e finalista del Talent Prize (2022), del Premio Exibart (2020) e del Premio Fabbri per le Arti Contemporanee (2018). Ha partecipato a diverse residenze tra cui: NARS Foundation, New York; The Blank Contemporary Art, Bergamo; VIAINDUSTRIAE, Foligno; VIR Viafarini-in-residence, Milano e School of Visual Arts, New York, oltre ad aver vinto una borsa di ricerca dell’Italian Council 10, sostenuto dal Ministero della Cultura. Nel 2023 è uscito il suo primo libro Interspecies Kin con VIAINDUSTRIAE Publishing.

La pratica di Chiamenti attraversa il confine fra antropico e naturale per formulare paradigmi alternativi di sopravvivenza del pianeta e di coesistenza tra specie e quindi tentare un superamento dell’Antropocene, l’era geologica attuale, in cui l’attività umana rappresenta uno dei fattori più rilevanti per le trasformazioni ambientali. Tra i fenomeni cui attinge la ricerca dell’artista si trovano ad esempio le relazioni simpoietiche, configurazioni di enti che diventano un soggetto unico, e la simbiogenesi, cioè «l’origine degli organismi attraverso la combinazione e unificazione di due o più esseri che entrano in simbiosi» (O. Longo, 1999). Base della sua ricerca è da sempre l’osservazione attenta della natura e del paesaggio, che si è tradotta inizialmente in una pratica che assecondava il plasmarsi della forma d’arte tramite processi naturali. Indagando il rapporto tra uomo e natura l’artista creava uno squilibrio percettivo di tale relazione, alterandone la visione dall’esterno.

Successivamente, Chiamenti si è mosso verso un’esplorazione sempre più approfondita e sincronica, tanto dei materiali e delle tecniche artistiche quanto dei processi naturali, realizzando una serie di opere che testano la capacità dell’arte di comprendere e simulare la natura. In seguito, questa duplice analisi ha portato l’artista a sviluppare un interesse più approfondito nei confronti di diversi ambiti scientifici, intraprendendo uno studio sull’adattamento degli esseri viventi a condizioni ambientali sempre più estreme.

Attualmente, la pratica artistica di Chiamenti si intreccia quindi con discipline quali geologia, biologia, biotecnologie e chimica, attraverso uno scambio costante – diretto e bibliografico – con i loro esperti. Muovendosi tra sci-fi e immaginifico ma radicando la sua ricerca su approfonditi studi scientifici, la pratica di Chiamenti trova la sua rilevanza, nel contesto dell’epoca e dell’arte contemporanea, per la capacità di evocare proposte positive di una nuova era di simbiosi tra uomo e natura.